lunedì 2 aprile 2012

ANCHE IL CORRIERE......

Anche Il Corriere sdogana la “Geoingegneria” (aggiornato)


Questo l’articolo uscito sul Corriere Della Sera il 10 Marzo 2012, corredato dalle immagini reperibili solo nella versione cartacea (notare l’aereo con scia d’ordinanza e dicitura “gas aerosol” ed il trafiletto dove si accenna alle nanotecnologie).  A commento chiarificatore l’articolo che il noto giornalista investigativo Gianni Lannes (anche lui scrive per Il Corriere) ha dedicato all’argomento. Infine l’articolo del Guardian dove un addetto ai lavori avverte “La geoingegneria è prima di tutto una scienza militare e non ha nulla a che fare con il raffreddare il pianeta o ridurre le emissioni di CO2..il clima è diventato un’arma.”  Ma andiamo per ordine….

Nuvole gonfiate e aerosol salveranno la Terra?

Geoingegneria, la (buona) scienza che manipola il clima

«Semine» di ferro negli oceani. «Giocare» con la natura
Ipotesi di nave della Silver Lining per «seminare» il cieloIpotesi di nave della Silver Lining per «seminare» il cielo
MILANO – Un tramonto rosso fuoco perenne e specchi giganti nello spazio per riflettere la luce solare. Orizzonti alla Blade Runner, ma non è fantascienza. È il futuro (forse) del nostro pianeta: ipotesi di ingegneria climatica che sono già al vaglio degli esperti. La geoingegneria è una realtà – complessa – che sta mobilitando la comunità scientifica internazionale. E che fa discutere. Il suo scopo è quello di combattere il surriscaldamento globale. Ma gli interventi e i tempi prospettati sono molto diversi tra loro: c’è chi studia l’immagazzinamento e lo smaltimento di anidride carbonica e c’è un ramo più radicale che propone esperimenti «solari», che mutino o catturino le radiazioni a livello della stratosfera.
INTERVENTI – «A mio parere, mentre ha senso la rimozione di CO2, sono ancora inopportuni interventi di altro tipo», spiega Antonello Provenzale, ricercatore dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Isac) del Cnr di Torino. «Prima di agire ci sono dei fattori che vanno presi in considerazione: la sostenibilità nel tempo di azione del genere, la loro effettiva efficacia e la nascita di ampie alleanze geopolitiche in grado di sostenerle». Le teorie al vaglio degli scienziati spaziano per cieli, terra, aria e mari: si va dalla «semina» di ferro negli oceani, per aumentare la presenza dei microrganismi che intercettino la CO2 all’adozione di specie di piante ad alto potere riflettente, alla messa in orbita di giganteschi parasole. Ma l’idea più discussa riguarda l’uso di gas aerosol come l’anidride solforosa da immettere con costanza nella stratosfera per riflettere la luce solare. Controindicazioni del caso: secondo alcuni studiosi (e detrattori della teoria), le emissioni assottiglierebbero lo strato di ozono. In realtà i gas aerosol sono già presenti nell’atmosfera. Non solo. «Negli ultimi anni», chiarisce Provenzale, «sono state individuate altre due cause oltre all’effetto serra che hanno provocato l’innalzamento delle temperature: la massiccia deforestazione e l’uso di gas aerosol di origine antropica, specie in Cina e nel Sudest asiatico». Una differenza però c’è: «Rispetto all’anidride carbonica, questi gas stanno meno tempo nell’atmosfera, circa 10-15 giorni».
MANIPOLARE IL CLIMA – Intanto l’idea di manipolare il clima ha già catturato l’attenzione di plurimiliardari come Bill Gates, Richard Branson e il fondatore di Skype Niklas Zennstrom. La politica, per ora, punta su studi o interventi mirati. Lo scorso autunno il Bipartisan Policy Center (un’organizzazione non profit fondata da quattro ex senatori Usa, due repubblicani e due democratici) ha invitato la Casa Bianca a creare «un programma di ricerca federale». Scienziati delle università inglesi hanno organizzato un test per pompare nella stratosfera particelle chimiche. Esperimento abortito. Anzi, rimandato.
RISCHI – Anche perché è stata proprio la Royal Society britannica, alla conferenza sul clima di Durban nel 2011, a presentare un rapporto sugli scenari della geoingegneria: «Giocare con la natura in questo modo deve essere solo una soluzione estrema», scrivono gli scienziati inglesi, «ed è comunque una soluzione pericolosa». Sulla stessa linea anche un report commissionato dal ministero dell’Educazione e della Ricerca tedesco, che auspica «ulteriori ricerche» e sostiene che «le conseguenze dell’utilizzo di queste tecniche non possono essere stimate con la precisione necessaria». Nessun allarmismo in Cina, invece, dove si ipotizzano nuove frontiere. E dove gli effetti della geoingegneria sono già tangibili. Mentre in altri Paesi sono state sperimentate solo occasionalmente, a Pechino e nella regione di Jilin le piogge artificiali – grazie a nuvole «gonfiate» con ioduro d’argento – sono una realtà. E il governo sta pianificando di estendere l’esperimento ad altre cinque zone.
di Emanuele Buzzi
* Fin qui il Corriere della Sera, di seguito l’articolo di Gianni Lannes  ( RAI, REPORT, LA7,  PANORAMA,  L’ESPRESSO, IL VENERDI DI REPUBBLICA, D-LA REPUBBLICA DELLE DONNE, LA REPUBBLICA, IO DONNA,  IL MANIFESTO, IL GIORNALE, LIBERAZIONE, L’UNITA’, LA NUOVA ECOLOGIA, MEDICINA DEMOCRATICA, Attualmente collabora con IL CORRIERE DELLA SERA Decisive le sue indagini sulla strage di Ustica e sulla scomparsa dei colleghi Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.) che ha deciso di affrontare “di petto” la questione….

SCIE CHIMICHE: GUERRA AL PIANETA TERRA

 http://quintoelementomusical.files.wordpress.com/2012/03/scie01.jpg?w=480&h=361
di Gianni Lannes
Altro che fantascienza: al bando le leggende metropolitane, le paranoie ed il catastrofismo gratuito. Strane scie popolano i nostri cieli con un’intensità sempre maggiore. Restano sospese per ore, si allargano e spesso riflettono colori insoliti. I “chemtrails” aumentano. Al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Difesa, al Ministro dei Trasporti, al Ministro dell’Ambiente, al Ministro del Lavoro, al Ministro della Salute. Iniziano tutte così le interrogazioni parlamentari depositate dal 2003 ad oggi, per chiedere al governo se sa qualcosa di certe misteriose formazioni nuvolose anomale rilasciate da aerei militari sui cieli dell’Italia. Ben 15 interrogazioni parlamentari dal 2003 ad oggi e nessuna esauriente risposta; non solo in Italia, ci sono anche quelle degli onorevoli tedeschi e olandesi indirizzate al Parlamento Europeo. Innumerevoli siti internet raccolgono le inquietudini di tante persone: da chi dimora in montagna a chi vive sul livello del mare. Tutti a naso in su a chiedersi: perché le scie degli aerei, un tempo svanivano con il vento, mentre oggi persistono per ore? Le ipotesi alimentano una nutrita letteratura: infatti passano dal verosimile al bizzarro, ma tutte sostengono che “le scie chimiche nebulizzate dagli aerei siano un espediente bellico per il rilascio programmato di sostanze destinate all’ambiente oppure direttamente all’uomo: molecole per influenzare la piovosità o modificare il clima”. Negli interventi parlamentari i firmatari bipartisan sospettano di ricerche militari per confondere i radar e manipolare le mappe metereologiche. Nell’unica risposta del ministro della difesa Ignazio La Russa, datata 2008, si legge che “dall’esame delle letteratura scientifica internazionale non è possibile confermare l’esistenza delle cosiddette scie chimiche” e si aggiunge che “l’Aeronautica militare non ha in dotazione aeromobili adibiti allo spargimento di sostanze chimiche”. Il Ministero, insomma, fa spallucce, premettendo che “l’argomento non investe profili di esclusiva competenza della Difesa” e che, per quanto ne sa, “il fenomeno delle scie si riferisce alla condensazione di vapore acqueo che normalmente viene  rilasciato dai motori a combustione interna”. Per la soluzione che metta fine al mistero delle scie, quindi, sarebbe necessario autorizzare una serie di campionamenti in alta quota. Il governo tricolore si deciderà a farle? Ecco la sfida dei cittadini: dateci le prove che non esistono.
 http://quintoelementomusical.files.wordpress.com/2012/03/scie02.jpg?w=480&h=265
www.sciechimiche.org – Lo staff tecnico del sito specializzato non ha dubbi: «Le scie che noi segnaliamo come anomale non seguono le leggi della fisica che determinano la formazione e l’eventuale esistenza delle normali scie di condensazione degli aerei. Inizialmente avevamo pensato che fossero dovute all’aumento del traffico aereo civile che cresce del 5 per cento ogni anno, ma poi l’Ente nazionale aviazione civile (Enac) ha smentito che il fenomeno fosse a loro imputabile. Effettivamente tali scie sono visibili anche in spazi aerei non adibiti a traffico civile. Inoltre, mentre le scie di condensazione sono corte e si dissolvono velocemente, le scie da noi segnalate sono sia corte che lunghe, a volte si espandono a volte no, possono essere segmentate. Le risposte più plausibili ci appaiono quelle relative al tentativo di controllare il clima con l’applicazione della geoingegneria. Esistono brevetti e documenti ufficiali dove viene menzionata l’irrorazione aerea di specifiche sostanze chimiche come mezzo di modificazione climatica; esiste un sistema di antenne chiamato Haarp, il quale ha ufficialmente lo scopo di studiare la ionosfera ma che è considerato un’arma militare sia dal Parlamento europeo che da quello russo; esistono brevetti in grado di correlare Haarp con lo spargimento di sostanze chimiche in atmosfera; i tentativi di controllare il clima sono iniziati negli anni ’40 e oggi esiste la tecnologia per farlo; esistono progetti militari di modificazione del clima attuati le guerre e progetti di geoingegneria che descrivono nel dettaglio sostanze chimiche e quantità da irrorare in atmosfera per influenzare il clima».
La testimonianza di un pilota civile – Tom Bosco ha assistito al fenomeno per la prima volta nel 1999: «Ho visto due aerei bianchi senza insegne volare paralleli a non più di 4 mila metri di altitudine rilasciando una scia densa, che non si dissipava e attraversava il cielo da orizzonte a orizzonte; queste scie inoltre si formavano in corrispondenza della fusoliera o dei bordi di uscita delle ali, quindi ben lontani dai motori. A cosa siamo di fronte? Sono giunto alla conclusione che si tratti di dispersione di aerosol in atmosfera, in particolare metalli pesanti, i cui scopi non sono chiariti dalle autorità.
Il negazionista – A ritenere infondata l’ipotesi dell’esistenza di scie chimiche per il controllo del clima è il professor Franco Prodi, fisico delle nubi, docente di fisica dell’atmosfera e direttore dell’Isac (Cnr). «Quello che abbiamo davanti agli occhi va sotto il nome di “contrail”, cioè scie aeree di condensazione del trasporto civile. Queste nubi cirriformi di tipo particolare possono senz’altro avere qualche effetto sul bilancio di radiazioni elettromagnetiche e ci sono effetti inquinanti che possono rimanere in stratosfera. Non mi consta che esistano esperimenti militari con dispersione di aerosol. Se ci fossero sono certo che noi l’avremmo comunque saputo».
L’esperto militare – Il generale Fabio Mini intervistato in proposito non ha dubbi. L’alto ufficiale ci ha confermato quanto aveva scritto chiaro e tondo già nel novembre 2007 sulla rivista Limes: «La guerra ambientale, in qualunque forma, è proibita dalle leggi internazionali. Le nazioni Unite fin dal 1977 hanno approvato la convenzione contro le modificazioni ambientali che rende ingiustificabile qualsiasi guerra proprio per i suoi effetti sull’ambiente. Ma come succede a molte convenzioni, quella del 1977 è stata ignorata ed ha anzi accelerato la ricerca e l’applicazione della guerra ambientale facendola passare alla clandestinità… La guerra ambientale è oggi definita come “l’intenzionale modificazione di un sistema ecologico naturale (come il clima, i fenomeni metereologici, gli equilibri dell’atmosfera, della ionosfera, della magnetosfera, le piattaforme tettoniche, eccetera) allo scopo di causare distruzioni fisiche, economiche e psico-sociali nei riguardi di un determinato obiettivo geofisico o una particolare popolazione”… E così, ad esempio, si modificano le condizioni meteo locali per consentire i bombardamenti aerei… Non è un caso che uno dei più moderni programmi di ricerca militare di questi ultimi tempi si chiami proprio “OWNING THE WEATHER IN 2025”, data entro la quale si ritiene di riuscire a possedere il tempo meteorologico, e quindi il clima, aumentando le proprie capacità di intervento militare e annullando le limitazioni imposte dalla natura… La strategia della negazione e il cinismo adottati per la guerra ambientale consentono d’impiegare armi e tecnologie sofisticate o brutali senza che ciò faccia scalpore. Consentono di camuffare azioni di guerra e perfino di distruzione di massa spacciandole per ricerche scientifiche… Il sistema per provocare terremoti e tsunami non è una novità per la ricerca militare». Oltretutto, nella puntata di “Tg2 Dossier storie” di sabato 14 giugno 2008 è stato dedicato uno spazio alla guerra ambientale. Nel servizio “Le armi “ambientali” del terzo millennio: dalle trombe d’aria agli interventi sullo strato dell’ozono” è stato intervistato il generale Fabio Mini il quale ha parlato di bombardamento delle fasce di Van Allen con onde elettromagnetiche, di tsunami e di cambiamenti climatici determinati da armi.
Il filmOwning the Weather mette in scena la possibilità che l’uomo possa gestire e programmare i fenomeni atmosferici, avendo la presunzione di potersi sostituire alla natura. Nel 1999 l’Air Force Usa ha lanciato un programma di sperimentazione dal titolo “Il clima come forza moltiplicatrice: possedere il clima entro il 2025”, il quale propone nuove risorse e nuove tecnologie aventi lo scopo di assicurare agli Stati Uniti d’America, appunto il controllo del clima; vale a dire del Pianeta. Come se non bastasse tutto quello che l’azione dell’uomo ha causato all’ambiente e alla salute di Gaia, in un futuro prossimo mancano soltanto i burattinai che controllano il clima; forse è tempo di cominciare a pensare all’impensabile.

La scoperta – Il Parlamento Europeo (con Atto Deliberativo A – 40005/99) del 14 gennaio 1999 si è espresso contro la sperimentazioni HAARP  (High Frequency Active Auroral Researc h Program). Nel 2002 l’Italia ha firmato un accordo bilaterale con gli Usa sulla ricerca climatica: il capo dei ricercatori italiano è nientedimeno che il professor Franco Prodi. Successivamente, nel 2003, l’allora Ministro della Difesa Antonio Martino ha autorizzato l’aviazione Usa a sorvolare gli spazi aerei italiani per questo genere di attività specifica. Perché non si misura il livello di bario e di alluminio presente nelle acque piovane su tutto il territorio nazionale, promuovendo verifiche dopo le piogge provocate dalle operazioni militari? Perché non si misura il tasso di inquinamento dell’aria correlato ad alcuni metalli? Perché non si determina il rischio ambientale che le operazioni militari segrete hanno avuto dal 2003 a tutt’oggi sulla salute della popolazione italiana? In materia incombe un segreto di Stato. Il Ministro della Difesa (in carica fino a metà novembre 2011) Ignazio La Russa interpellato in merito ha preferito tacere.
AGGIORNAMENTO: ecco l’articolo uscito da poco sul Guardian:

At war over geoengineering

Few in the civil sector fully understand that geoengineering is primarily a military science and has nothing to do with either cooling the planet or lowering carbon emissions (Report, 6 February). While seemingly fantastical, weather has been weaponised. At least four countries – the US, Russia, China and Israel – possess the technology and organisation to regularly alter weather and geologic events for various military and black operations, which are tied to secondary objectives, including demographic, energy and agricultural resource management.
Indeed, warfare now includes the technological ability to induce, enhance or direct cyclonic events, earthquakes, draught and flooding, including the use of polymerised aerosol viral agents and radioactive particulates carried through global weather systems. Various themes in public debate, including global warming, have unfortunately been subsumed into much larger military and commercial objectives that have nothing to do with broad public environmental concerns. These include the gradual warming of polar regions to facilitate naval navigation and resource extraction.
Matt Andersson
Former executive adviser, aerospace & defence, Booz Allen Hamilton, Chicag
Letti e selezionati per Voi da PEPE RAMONE
Vedi anche:
Il Governo Federale della Germania informa i cittadini sulla Geoingegneria Climatica
Scie Chimiche: le preoccupazioni dei toscani e le risposte dell’ARPAT
La 2a conferenza sulle Scie Chimiche a Firenze
TOSCANA ANCORA IN PRIMA LINEA NELLA DENUNCIA DELLA GEOINGEGNERIA
ATTENZIONE!!! Sabato 24 dalle 15,30 in Piazza Indipendenza a Firenze il presidio “NO alla geoingegneria clandestina”
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