TERREMOTI E RISCHIO VULCANICO IN MANO ALLA PROTEZIONE CIVILE. ATTENZIONE ALLE AUTORITA'
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2013/06/terremoti-e-rischio-vulcanico-in-mano.html
di Gianni Lannes
di Gianni Lannes
Le
autorità italiane? Una garanzia assoluta e finale, nel senso di termine
corsa. Cose mai viste a memoria umana nel cortile di guerra dello zio
Sam, perfino un finto scoop di un ex grande giornale.
Che
tempo fa? Tanto variabile, imprevedibile e violento da aver già mandato
in malora i raccolti nell’Italia centro-settentrionale. Al Sud
va anche peggio, con i campi di grano gravemente danneggiati dagli
eventi atmosferici e la produzione di pomodoro ed uva a rischio. Le
statistiche sono nude e crude: migliaia di aziende agricole e
zootecniche hanno chiuso i battenti in questa prima metà dell’anno.
Alcuni giovanotti che hanno superato i 90 anni non rammentano un clima
del genere in Italia. L’aria, l’acqua, il cibo e gli organismi viventi
sono sempre più intrisi di alluminio, bario e silice. Ora, qualche
sparuto gruppuscolo di negazionisti anonimi si azzardi ad aggirarsi
nelle campagne: si attendono nel Mezzogiorno per metterli sulla buona
scia indolore.
Di certo, non vi è nulla di naturale in questi eventi metereologici a comando.
Altra splendida notizia. Il “Piano di Protezione Civile per l’area densamente abitata del Vesuvio risulta aggiornato di fresco: l’ultimo dato disponibile è quello risalente all’anno 2006.
Tranquilli: siamo in buone mani. Infatti, la Protezione Civile
ha lanciato da tempo la “campagna nazionale sulla riduzione del rischio
sismico, mentre lo Stato ha autorizzato, al contempo di trivellare il
più pericoloso e più grande vulcano d’Europa – il Marsili – sommerso
proprio nel Mar Tirreno, ad un soffio dalla costa italiana. Per la
cronaca: l’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha
prefigurato un concreto rischio di maremoto sui litorali del Belpaese.
Non contenti, i bontemponi al comando pro tempore, hanno pure concesso di trivellare gli esplosivi Campi Flegrei.
Qui viene il bello. La Protezione Civile sembra aver dato i numeri (al lotto). Ed il settimanale L’Espresso del clan De Benedetti (il patron Carlo è un affiliato al Bilderberg Group),
a firma di Gatti, la spara grossa. Un espediente per vendere copie?
Infatti è scritto: «Allarmismo? No, i dati ufficiali di un rapporto-choc
della Protezione Civile. Che punta il dito sulla scarsa prevenzione
sismica e sui meccanismi degli eventuali soccorsi… E a marzo 2013
l’allarme degli scienziati per un forte terremoto era ancora in corso.
Il dato corrente, aggiornato a inizio maggio, è tenuto segreto. Viene
comunicato soltanto alle agenzie governative. Il gran numero di piccole
scosse registrato in questi giorni proprio in Calabria e nell’Italia
centrale dimostra comunque che la nuova energia che da qualche tempo
attraversa la crosta terrestre tra l’Africa e l’Europa non si è
dissipata».
A
casa Gabrielli non c’è alcunché di simile a livello di dominio
pubblico, ma solo un database con dati aggiornati al 2001. Ovviamente,
il pericolo c’è, ed era stato annunciato da esperti del ramo l’anno
scorso.
Attenzione però: lo Stato italiano si prepara al peggio? E’ in atto un appalto targato Protezione Civile per 12 mila “soluzioni abitative in emergenza”- avevo scoperto e puntualizzato a maggio – ovvero prefabbricati per terremotati. L’operazione è affidata ufficialmente alla Consip,
una società per azioni, costituita nel 1997, che dipende dal Ministero
dell’Economia e Finanze. Particolare significativo: questa Spa ha in
mano il controllo del bilancio statale, nonché la sicurezza informatica
della Pubblica Amministrazione.
A
conti fatti le perdite in termini di vite umane provocate dai terremoti
sono direttamente correlate al numero di edifici crollati. Sulla base
di statistiche su scala mondiale relative a terremoti del passato, la
percentuale di vittime negli edifici collassati può essere valutata come
una funzione del numero di piani e del materiale di costruzione. Di
conseguenza, effettuata la previsione della percentuale di edifici
crollati per un dato scenario sismico, questa può essere combinata con
la stima della popolazione che vive e lavora all’interno di questi
edifici. Insieme alla percentuale delle vittime previste, è possibile
quindi valutare anche l’impatto sociale di un terremoto.
Piuttosto, c’è qualcuno in divisa che stuzzica le faglie sismiche attive, tanto per vedere l’effetto che fa!
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